Lo scorso
weekend, la vostra Pappu è stata al
Q Square, un centro commerciale nuovo di zecca nell'area della stazione dei treni.
Già presenti, in uno spazio di un paio di chilometri quadrati, qualcosa come 8 -dico 8- altri
malls giganteschi e due macro aree di
shopping.
Insomma: non che se ne sentisse davvero una necessità
impellente.
Ma Taipei sta facendo le cose in grande per prepararsi all'Expo dei fiori del 2010 e, tra le altre cose, il sindaco ha pensato bene di rimodernare la vecchia stazione degli autobus, oggettivamente orrenda e completamente inadeguata alle esigenze dei (tanti) viaggiatori.
E' nato, quindi
Q Square, che ospita, appunto, insieme al centro commerciale, anche i nuovi *5 piani* della stazione degli autobus.
Novità gradevole rispetto all'area di 信義 e i suoi
malls per superricchi, il fatto che, al
Q Square, a parte un
Celio, un
Esprit e qualche altro -eccezionale- caso, la maggior parte delle
griffes patinate siano locali.
Niente
Armani,
Zegna,
Hermès,
D&G e compagnia per una volta tanto.
I negozi, seppure incredibilemente da
fighetto monzese, sfoggiano una moda tutta locale.
Il posto è piacevole, anche se un pochino claustrofobico, i ristoranti dove trovare specialità di tutto il mondo certo non mancano (ricordo che per un Taiwanese la cosa FONDAMENTALE nella vita è *mangiare*) e i prezzi si mantegono comunque a livello de
La Rinascente.
Ecco, sì. Non proprio
economici.
Quello che un po', infatti, mi rende preplessa è il motivo per il quale uno dovrebbe spendere 4000nt per un vestito, suppur firmato dalla stilista di Taipei del momento (
OH-oh!), ma qualità comunque abbastanza
cheap, quando ne può trovare uno straordinariamente simile in un buon mercato notturno, come Shilin o Wufenpu, per 400nt.
Forse non sono ancora *così* bimbaminkia come invece vorrei credere.
Ma,
forse, sì.
FERMATEMI!
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